NBA – Los Angeles Lakers-Miami Heat, la rivincita delle Finals
In NBA primo faccia a faccia tra i Los Angeles Lakers e i Miami Heat dopo la serie delle ultime Finals vinte da LeBron James e compagni
Quattro mesi fa, nel complesso del Walt Disney World Resort di Orlando in Florida, finì 106-93, con i Los Angeles Lakers che chiusero la serie sul 4-2 contro i Miami Heat, vincendo per la 17esima volta il titolo NBA. LeBron James, il grande ex della partita, fu nominato per la quarta volta MVP delle finali (è stato il primo giocatore a vincere l’ambito premio con tre diverse squadre) riportando la franchigia della città degli angeli sul trono NBA a distanza di dieci anni dall’ultimo titolo e, dato non meno importante, regalando ai tifosi gialloviola la gioia più grande nell’anno che ha visto la tragica morte in elicottero dell’icona assoluta dei Lakers, Kobe Bryant.
Nella notte italiana tra sabato 20 e domenica 21 febbraio allo Staples Center di Los Angeles si rinnoverà la sfida tra le due ultime finaliste NBA, in uno scenario assolutamente diverso e con equilibri in campo profondamente mutati rispetto allo scorso ottobre.
Miami punta alla risalita verso i playoff
Miami e Los Angeles sono partiti a dicembre con i galloni delle squadre favorite rispettivamente nella Eastern e nella Western Conference. Tuttavia, gli Heat hanno cominciato la nuova stagione NBA nel peggiore dei modi (perdendo 7 delle prime 11 gare). Nell’ultimo periodo, però, la compagine della Florida è riuscita ad inanellare quattro vittorie consecutive, prima della doppia sconfitta contro gli Utah Jazz e i Los Angeles Clippers. L’ultimo filotto negativo ha dimostrato quanto lavoro deve fare ancora l’allenatore degli Heat, Erik Spoelstra, per conquistare un posto nei playoff ed eventualmente puntare di nuovo alla finale.
Il giocatore chiave degli Heat: Jimmy Butler
Contro i Lakers, Miami si aggrapperà al talento indiscusso di Jimmy Butler che, nella sua ancora breve esperienza in Florida, ha già collezionato 6 triple doppie con gli Heat, superando Dwyane Wade in questa speciale classifica, puntando adesso il record di franchigia che appartiene proprio al grande ex del match, quel James campione NBA con gli Heat nel 2012 e 2013 che all’età di 36 anni è ancora il più forte in circolazione. Butler è sensibilmente migliorato con il passare delle ultime settimane e adesso sta viaggiando a circa 20 punti di media e 7 assist a partita.
Il Re di Los Angeles (e dei record): LeBron James
Los Angeles ha il secondo miglior record a Ovest (dietro Utah), con una striscia di 7 vittorie di fila prima dello stop contro i Denver Nuggets e i Brooklyn Nets. L’infortunio di uno dei suoi migliori uomini, Anthony Davis, ha impattato negativamente nelle ultime settimane sulla difesa dei Lakers, sino a quel momento una delle squadre che subiva meno punti di media a gara. Tuttavia, il rendimento offensivo dei gialloviola non è per niente calato, anzi. A riempire il vuoto in fase di possesso ci ha pensato un intramontabile James (26 punti, 8 assist e 8 rimbalzi di media in stagione), sempre più uomo immagine di tutto il movimento NBA. Il Re ha di recente allungato il suo record di partite consecutive chiuse in doppia cifra di punti a 1024, un primato che stacca di gran lunga due mostri sacri di questa disciplina come Michael Jordan (che invece si è fermato a 866 e Kareem Abdul-Jabbar a quota 787).
Anche Melli in campo domenica, Mannion bene in G League
Domenica sera, quando in Italia saranno le ore 21:30, scenderà in campo anche Nicolò Melli con i suoi New Orleans. I Pelicans, undicesimi a Ovest, sfideranno una delle squadre più attrezzate della Eastern Conference, i Boston Celtics. L’ala di Reggio Emilia sta trovando meno spazio in squadra rispetto alla sua prima stagione tra i pro d’oltreoceano, raccogliendo poco più di 10 minuti di utilizzo in campo a partita (e 2 punti di media).
Ottimo, infine, il debutto di Nico Mannion nella lega di sviluppo NBA. Il figlio d’arte, scelto al secondo giro dai Golden State Warriors e “spedito” a farsi le ossa in G League con i Santa Cruz, nonostante un record di 3 sconfitte nelle prime 4 uscite, sta viaggiando ad una media di oltre 21 punti e 6 assist di media, accumulando gara dopo gara quell’esperienza (e prestigio) che potrebbe essere utile alla chiamata di coach Steve Kerr in prima squadra.