E se fosse la volta buona per vivere insieme una nuova favola calcistica?
E se quest’anno fosse la Dea a conquistare il tricolore?
No, non siamo impazziti quando sosteniamo che la Dea quest’anno potrebbe conquistare il primo tricolore della sua storia. C’è più di un motivo che ci fa ben sperare e che si rifà ai numeri della stagione 2019-2020. Ok, ma quali sarebbero questi motivi? Eccoli:
- Miglior attacco della Serie A con 98 goal (media 2.58 goal a partita)
- Primo posto per tiri tentati (534)
- Primo posto per tiri nello specchio della porta (313)
- Primo posto per assist realizzati (61)
- Secondo posto per goal realizzati di testa (14)
- Secondo posto per tiri fuori dallo specchio della porta (221)
- Secondo posto per calci d’angolo collezionati (247)
- Secondo posto per minor numero di sconfitte (6)
- Terzo posto per possesso palla nella metà campo avversaria (media 15′ 16”)
Leggendo queste voci salta subito all’occhio come l’Atalanta, classificatasi 3a dietro a Inter e Juventus lo scorso anno, sia una squadra che gioca prevalentemente in attacco riuscendo a imporre il proprio gioco e a schiacciare ogni avversario, come testimoniano i quasi 100 goal realizzati ossia quasi 3 goal a partita. Numeri impressionanti, non c’è che dire. Dunque “tutti a casa” e campionato assegnato alla Dea a tavolino? Non proprio. Ma allora dove sta l’inghippo?
La difesa: Il tallone d’Achille
Il punto debole dell’Atalanta su cui c’è da lavorare
Se dovessimo guardare al solo attacco, avremmo pochi dubbi in merito alla vittoria dello scudetto da parte della Dea, visto che lo scorso anno le reti segnate in A sono state ben 98; tuttavia esiste anche una fase difensiva da curare, e lì iniziano i grattacapi nerazzurri. L’Atalanta della passata stagione non è andata male sotto quest’aspetto, essendo stata la quarta miglior difesa con 48 goal subìti a pari merito con la Fiorentina, ma sta andando molto male in questa stagione a causa di una media di due reti a partita incassate (e non siamo nemmeno arrivati alla decima giornata!). Lì insomma c’è da lavorare eccome se Gasperini vorrà, se non puntare al titolo, almeno migliorare l’ultimo terzo posto ottenuto. A nostro avviso i margini per registrare finalmente la difesa ci sono e questo potrebbe permettere ai nerazzurri di giocarsela fino alla fine provando a superare le squadre sulla carta favorite e più attrezzate per gioire a metà maggio.
Ma come si registra la difesa? Imponendo ai centrali di centrocampo e alle ali di fare da filtro davanti al reparto arretrato, sempre troppo scoperto come in occasione di alcune partite di Champions League (vedi Atalanta-Liverpool) di un girone alla portata dei nerazzurri. Se queste due linee si serrassero, divenendo un blocco unico, i bookmakers sarebbero ancora più convinti di puntare sull’armata nerazzurra. Il fatto che già oggi Marathonbet dia la vittoria nerazzurra dello scudetto a 8.30 (quota per altro interessante) è la testimonianza dell’ottimo lavoro di Gasperini che ha trasformato la timida l’Atalanta in una fortissima e credibilissima outsider che ha tutte le carte in regola per fare il miracolo salvo una: la difesa.
Una nuova favola calcistica?
Se di mezzo non ci fosse la “maledetta difesa”, saremmo fiduciosi: l’Atalanta, in quel caso, potrebbe facilmente ripercorrere le gesta della Sampdoria di Boškov, del Verona di Bagnoli e del Cagliari di Scopigno. Purtroppo, come detto, esiste anche un reparto difensivo che non sta funzionando come dovrebbe. Una buona notizia però c’è e si chiama Cristian Romero: il difensore centrale in prestito dalla Juventus si sta dimostrando un leader le cui prestazioni sontuose (7,5 in pagella contro l’Inter) potrebbero essere la cosiddetta chiave di volta. Se il ragazzo continuasse così e prendesse per mano tutto il reparto, allora sì che potremmo assistere a una nuova favola calcistica.