Esempi da non imitare: quando nemmeno il COVID ferma gli sportivi più famosi
Gli sportivi che hanno fatto di testa loro durante l’emergenza coronavirus
L’articolo che vogliamo proporvi oggi non vuole solo informare ma anche educare. No, non stiamo esagerando perché la tematica che tratteremo riguarda gli sportivi e il loro atteggiamento, superficiale, davanti all’emergenza coronavirus, atteggiamento che nessuno di noi deve in alcun modo imitare. Dicendovi tra poco cosa ha combinato Jović, speriamo, nel nostro piccolo, di sensibilizzarvi al rispetto delle regole per limitare la diffusione del virus che sta facendo danni incalcolabili anche agli sport che amiamo. Luka Jović, terzo attaccante del Real Madrid, ha saltato la quarantena imposta dal governo spagnolo e dal suo club per andare in Serbia a festeggiare il compleanno della sua ragazza. Accortosi della sciocchezza che ha combinato ha poi chiesto scusa. L’episodio, increscioso, purtroppo non è statol’unico: anche il calciatore Nikola Ninkovic dell’Ascoli ha scelto di sua spontanea volontà di violare l’obbligo di auto-isolamento per tornare in Serbia. Che direpoi di Semedo e del party proibito? Il difensore del Barcellona a giugno avrebbe festeggiato il compleanno di un amico in un locale di Castelldefels insieme ad altre 20 persone disattendendo le misure anti-COVID. Tornando indietro nel tempo, e precisamente agli inizi di marzo, non abbiamo dimenticato nemmeno come la Lazio, nonostante l’emergenza nazionale, fosse solita organizzare partitelle di 3 contro 3 per tenersi in forma in vista della ripresa del campionato di Serie A che avrebbe dovuto vincere a mani basse e che invece ha regalato alla Juventus.
La funzione educativa dello sport
Lo sport non dovrebbe solamente offrire uno spettacolo di puro intrattenimento ma anche messaggi positivi ed educativi che servano di esempio a tutti noi. Purtroppo molto spesso non è così, e l’emergenza COVID-19 ne è l’esempio più eclatante: il comportamento di Jović, che ha pensato bene di saltare la quarantena, è un gesto da condannare fortemente perché un personaggio pubblico e famoso come lui, ignorando quanto sta accadendo, fa passare l’idea che non esista alcuna pandemia. Nulla di più sbagliato, soprattutto perché i giovani, che lo seguono e lo ammirano, non faranno altro che imitarne i comportamenti. E le conseguenze, ormai lo sappiamo, possono essere davvero pesanti. Se alcuni calciatori, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, non si sono minimamente curati della pandemia globale, meglio di loro non hanno fatto nemmeno i tennisti più famosi tra cui Zverev: il tedesco, dopo aver giocato il tanto discusso Adria Tour, ha infranto l’isolamento recandosi in una discoteca della Costa Azzurra. Come si vede da una sua Instagram-story, la festa a cui ha preso parte non era certo all’insegna del distanziamento sociale! Oltre al suo poco nobile gesto, per usare un eufemismo, ci sarebbe da menzionare quanto fatto dalla tennista belga Flipkens che con la sua bicicletta si è ritrovata come per magia in Olanda, dove non avrebbe dovuto essere visto il lock-down. E potremo così continuare, parlandovi di Wild che ha violato la quarantena senza farsi troppi problemi, ma non lo faremo perché di esempi da non emulare ve ne abbiamo portati a sufficienza. Se molte stelle dello sport non stanno offrendo alcun contributo alla lotta al coronavirus, ricordandoci ad esempio come sia fondamentale seguire ciò che ci dicono i vari comitati di esperti scientificie l’OMS, questo scoglio da superare, che interessa tutte le discipline di gruppo che da sempre amiamo, continuerà a frapporsi tra noi e la nostra voglia di sport in totale libertà. Se davvero desideriamo un giorno tornare a riempire gli stadi e godere delle più belle gesta eroiche dei nostri atleti preferiti è necessario che tutti noi, con pazienza, rispettiamo le regole, anche se di cognome non facciamo Jović, Semedo, Zverev o Flipkens.